30 maggio 2013

promettimelo

Figlio mio, 
arriverà il giorno in cui proverai cos'è l'amore, come lo intendiamo noi grandi. Oggi per te è spontaneo e per questo meraviglioso. Tu ami proprio come solo i bambini sanno fare. Con gioia, con leggerezza, con immediatezza, senza troppe domande, semplicemente e naturalmente, nonostante tutto. Con amore.
Tu ami e abbracci. 
Ricordati, piccolo futuro uomo, che amare però non significa possedere. Non c'è amore se non quello che libera, perchè è un sentimento talmente grande che non si può contenere. Che non si può stringere e obbligare.
Il bello è questo. E' questo che ti fa fluttuare, è questo che ti fa sentire le farfalle. 
L'amore è una cosa semplice, nonostante la sua immensità. Non sarà sempre solo batticuori, ma non è che sarà meno per questo. Saprà vivere con te. Sarà sempre con te, anche se non ci pensi. 
E' costruire insieme, è allegria, è quotidianità, è risate, è coraggio, è sorpresa, è rispetto, è impegno.
L'amore non è solo gioia. Soffrirai per amore. Piangerai lacrime amare. Sembrerà che nulla abbia più un senso. Ti sentirai perso. Svuotato. Annientato. Senza forze.
Sarà difficile in quel momento capire. Ma sappi che è anche bello soffrire per amore. Perchè spesso è quello il momento in cui ti accorgi davvero quanto ami. 
Ci si sente terreni, ci si legge dentro, si aprono gli occhi, si crolla e poi ci si rialza e dopo sarà ancora meglio. 
L'amore è anche litigate. E' porte sbattute, è incomprensioni, è fatica, è pazienza, è compromesso.
Farai soffrire per amore anche tu. Magari lascerai o tradirai. Sarai tu a decidere, la vita è la tua.
Ma mai e poi mai, promettimelo, mancherai al tuo essere uomo, al tuo animo. 
Mai e poi mai farai del male a una donna, o a un uomo, a seconda di chi sceglierai di amare.
Mai e poi mai userai la violenza come soluzione, ma nemmeno come fine o come reazione. 
Mai e poi mai confonderai le cose, la passione è sinonimo di piacere, c'è sempre un limite che ci si deve porre. Per l'altro e per se stessi. E non è un limite alla libertà, è una tutela della libertà di tutti.
Mai e poi mai pensarai, anche solo per un istante, che è tua proprietà. Le dirai sei mia mentre farete l'amore su una spiaggia, ma potrete essere solo vostri. Nè tu suo, nè lei tua. Sarete vostri solo insieme.
Mai e poi mai userai l'amore in modo sbagliato, vivilo e basta. Proteggendo chi ami, difendendo chi ami.
Pretendi da chi ti ama lo stesso.
Ci sono uomini che non sanno amare, che si riempiono la bocca di parole di cui non sono degni, che si comportano da vigliacchi e danno la colpa a un momento di pazzia. La pazzia è una malattia. E per questo va curata, non giustificata. La violenza non esiste con l'amore. Si escludono a vicenda. 
Sappilo. Ricordatelo. Imparalo. Fallo tuo. Insegnalo a tua volta.
Ci sono donne che non riescono a vedere che l'amore non c'è, che non c'entra nulla, che pensano che sia stato un errore quel calcio ricevuto, che non accadrà più. Sono donne che l'amore non l'hanno mai conosciuto e quindi sono vittime due volte. Perchè se sai com'è l'amore questo schifo lo riconosci e non puoi volerlo ancora.
La responsabilità immensa che ho, come madre di un uomo di domani, è faticosa, ci sono giorni come questi che mi angoscia, mi soccombe. Ha un peso.  E' tanta. E' grande. Mi commuove e allo stesso tempo mi carica. Mi rende più donna e più motivata.
Io mi impegnerò per fare la mia parte. Farò di tutto perchè tu possa essere un uomo degno di considerarsi tale e meritevole di essere chiamato così.
Tu dovrai fare la tua parte.
Ama figlio mio. Ma ama davvero. Ama bene. Ama con l'amore vero.
Solo così potrai essere felice.

L'amore è amore. Non può essere nient'altro.

tua madre.

28 maggio 2013

perle di futura saggezza

Non sa più cosa inventarsi per farmi rimanere lì, spesso mezza addormentata (io), a tenergli la manina prima di addormentarsi.
Abbiamo abbandonato il ciuccio (ebbene sì), ma dopo la consueta storia, che poi ultimamente sono diventate sempre due, il solito bicchiere d'acqua perchè appena spegni la luce la gola si secca immediatamente, dopo aver ripetuto a memoria i nomi dei vari dinosauri e le rispettive dimensioni (il carcharodontosaurus lo sapevate che era proprio un bel pezzo di bestiola?!), solitamente stiamo in silenzio qualche minuto, mano nella mano, e poi io lo saluto, buonanotte e sogni d'oro.

Ieri sera dopo circa 14 secondi di silenzio:
mamma, sto facendo un brutto sogno.

E scoppia a ridere. Una ridarola da togliergli il fiato.
Secondo me si è reso conto da solo di averle proprio esaurite tutte...

26 maggio 2013

bello bello bello!

Mi è piaciuto un sacco.
Mi è piaciuto concedermi un giorno intero per me. Solo per me.
Mi è piaciuto andare in un posto nuovo.
Mi è piaciuto incontrare. 
Mi è piaciuto collegare sorrisi a parole lette. 
Mi sono piaciuti gli abbracci.
Mi è piaciuto vedere che quello che pensavo è.
Mi è piaciuto perchè da adesso in poi sarà diverso. Adesso tutte le parole avranno un tono di voce, uno sguardo, un accento. 
Ero emozionata. Come se fossi andata ad un appuntamento al buio con qualcuno con cui ci si è scambiati parole, riflessioni, sensazioni, anche quelle più intime, e risate. 
Ma poi mi sono trovata subito a mio agio. Come quando sei con qualcuno che in fondo conosci già. 
Abbiamo chiacchierato. Abbiamo lasciato quasi tutti i grandi discorsi alle nostre pagine, agli spazi più tranquilli, al tempo. E' stato come un bere un lungo caffè tra donne. Donne in gamba. Non avevo bisogno di tante conferme, ma sono felice che siano arrivate.
Mi sono sentita come una bambina al luna park. Piena di stimoli, piena di emozioni e l'incapacità di gestirle tutte. Avrei voluto parlare di più. Avrei voluto ascoltare di più. Ma quando sono risalita sul mio treno ero felice, proprio come una bambina che è stata al luna park.
Ho scoperto anche sorrisi nuovi, con entusiasmo.
Molti volti sono mancati. Ma sono sicura che se vorremo prima o poi ci sarà l'occasione.
Le cose belle nella vita fanno sempre bene.

Ringrazio tutte le organizzatrici, sono state delle grandi.
Ringrazio Dianora Bardi perchè è stata illuminante. Il futuro che auguro a mio figlio. L'augurio che faccio a tutti gli insegnanti. Perchè fanno un lavoro speciale e se riescono ad amarlo come fa lei saranno persone felici.
La meravigliosa Marzia  (sappi che sei una di quelle con cui avrei voluto più tempo) qui vi racconta il meglio di questa bella giornata. Io vivo il blog come lei e come lei posso solo che ringraziare.

Mi è piaciuto un sacco. Mi siete piaciute un sacco.


la bellissima (e buona) presentazione di Elena de Il mondo di Bu 
e gli splendidi disegni di Raffaella
l'associazione La Via Dei Colori le cui donne protagoniste di fronte alla sofferenza hanno deciso di reagire e fare.
Sono brave davvero. E lo fanno per tutte e tutti.
The Yummy Mom ne era una degna sostenitrice!
ho bevuto circa ventotto centrifughe. Non scherzo. Ero sempre là.
non avevo mai visto tanti gomitoli tutti insieme. Mitichissime.
(qui Vale e Silvia)
Giovanna era la più connessa di tutte. Il multitasking fatto donna. Ma devo dire che era tutto un twit!
Gab è stata la mia compare e il nostra passeggiata con navigatore passerà agli annali! Ciao amica!
Mamma Felice è una portatrice di allegria. Girava con questo adesivo che dice tutto.
La super Zelda aveva il cappotto più bello di tutte. I bottoni erano verdeacqua ;)
Biancume aveva gli occhiali più belli (va bene l'inquadratura?!)
Francesca aveva una cornetta gialla. Michele ha gusto c'è poco da fare.
il premio per il miglior accessorio di sempre va a Arianna Pand (era ovviamente abbinato alla maglia!)

Non ho immortalato tutto quello che avrei voluto. Succede quando ci si perde in chiacchiere!
Viva il MammaCheBlog!

22 maggio 2013

amiche gattare help me!

Lunedì stranamente ha piovuto. E ovviamente io ero fuori con il nano e senza ombrello quando ha cominciato. Rientrati di corsa a casa abbiamo trovato lei.
Tutta bagnata nell'angolino del portone. Perchè non è che io abiti in campagna. Abito in pieno centro. Solo palazzi. Per carità nulla di newyorkese, parlo di puro stile veneto, strade fatte di sanpietrini e macchine. O meglio suv. Perchè nonostante le viuzze strettissime qui tutti si comprano i macchinoni. Per lasciarci poi la fiancata ad ogni curva. Cose a me incomprensibili.
Ma, a parte questo, non è un luogo da gatti, se non quelli perfetti e puliti da appartamento. Quindi non capita tutti i giorni di vederne uno minuscolo davanti a casa. Nel rumore, nel traffico e, come spesso ultimamente, sotto la pioggia battente.
Siamo rimasti lì, con lei tremante in braccio, sotto la pioggia completamente stupiti.
Come cavolo ci è arrivata qui? E adesso?
Dopo credo cinque minuti buoni a guardarci intorno, a osservare ogni macchina che passava come nella speranza di vedere alla guida una mamma gatta alla ricerca della sua piccola sperduta, siamo saliti in casa. Non in due, come eravamo usciti, ma in tre.

Allora, le cose stanno così: io non sono una grande esperta, direi che ne so molto poco.
Primo: è una lei. Me lo ha scritto La Simo su Istagram. I gatti di tre colori sono sempre femmine. E in effetti dopo un'attenta osservazione è così. Nessuna pallina rinvenuta.
Secondo: avrà circa due mesi, confermato dalla cognata che ufficialmente ne sa di animali ma gatti non ne ha mai avuti.
Terzo: Pietro è molto felice.

Ho provato per circa un giorno e mezzo a darle latte in polvere per gattini con una siringhetta (che in casa di una donna diversamente fertile è difficile che manchi), ma non è stata assolutamente di suo gradimento. Ho così riprovato la gioia di avere tutti i vestiti sporchi di latte. In questo caso anche pieni di peli.
Per fortuna oggi (dopo due giorni) ha cominciato a mangiare una pappetta per gatti che costa come l'oro.
Sa usare la lettiera. Io avevo già pregustato cacche ovunque e invece oh yeah!
Corre e salta. Il pelo è bellissimo. Insomma non ha nessun danno fisico. E' in forma la ragazza.
Semplicemente è' terrorizzata. Passa il suo tempo sotto il mobile della cucina, nell'angolino in fondo.
Se la prendi si mette anche a fare le fusa ma appena la lasci andare un secondo ritorna nel suo piccolo rifugio. Piange un sacco, ho come la sensazione che sia il tentativo di chiamare la mamma, ma non ci metterei la mano sul fuoco, mai seguito il corso di miao miao.
Il veterinario al telefono mi ha detto di lasciarla tranquilla e di portagliela solo tra un pò di giorni. Ma non può dirmi quanto ci vorrà perchè si ambienti a noi e ai nuovi spazi.
Abbiamo fatto i cartelli e li abbiamo attaccati in giro per la nostra via, ma come immaginavo nessuno si è fatto vivo.
Chi l'ha abbandonata sarà il protagonista delle mie maledizioni ogni volta che dovrò pulire la lettiera.

E così abbiamo un gatto.
Anzi una gatta.
NINA
(Nina la gattina, Nina la bellina, Nina la biricchina, Nina la caccolosina - Pietro credits)

Quindi, care amiche gattare, ditemi: quanto dura il trauma da abbandono per un gatto? Cosa posso fare?
No, perchè è bellissima, morbidissima e teneressima, ma mi mancava solo il gatto traumatizzato.




21 maggio 2013

il mio peggio nemico

Gli inizi sono sempre complicati. 
Avresti bisogno che tutto si fermasse un attimo per partire. Sempre. 
Ma c'è lui. Il tempo. 
Lui passa. 
Tu sei davanti ad una pagina bianca e lui non aspetta che tu cominci a scrivere, a capire, a vivere. 
Non ti dà tempo quando avresti bisogno di tempo.  
Lui passa.
Incurabile. Inesorabile. Intollerante. Indulgente. Implacabile. Intransigente. Inclemente.
Io avrei bisogno di una vacanza dal concetto di tempo che non mi molla mai nemmeno quando in vacanza ci sono davvero. Perché anche lì la paura che passi troppo in fretta mi fa sentire il bisogno di fare mille cose.
Il tempo è il mio peggior nemico.
Vivo con l'ansia di non averne mai abbastanza, di perdermi sempre qualcosa, di non riuscire a ricordare. 
E il ricordo altro non è che un tentativo di annullare il tempo.

Ci sono giorni in cui ventiquattro ore sono oggettivamente troppo poche per fare tutto. O almeno per mettersi il cuore in pace di averle fatte bene.
Ci sono momenti in cui sembra passare troppo velocemente, in cui in un attimo è già tardi. E io sono una perennemente in ritardo. Sempre di corsa. Sempre a lamentarmi perchè sono di corsa.
Sono una che rimanda. Con l'illusione che nel dopo il tempo ci sarà.
E invece di imparare o migliorare finisco sempre per dare la colpa a lui, è così semplice.

La mia faccia è cambiata.
Il tempo che passa comincia a farsi vedere anche nei lineamenti. Comincia a lasciare il segno. Non me ne accorgo sempre, perchè non sempre ho il tempo di guardarmi. Ma a volte lo sguardo si ferma lì. Dove la pelle ti ricorda che non sei più quella ragazza. Quella leggera. Quella che rimandava. Tanto c'è tempo.
Alle volte sono felice che il tempo sia passato. Molte volte. Perchè quello che ha prodotto, che ha portato, è una conquista.
Alle volte invece vorrei poter semplicemente tornare indietro.
Vorrei che fosse quello che non è stato. Vorrei che tornasse quello che non sarà più.

Un figlio, forse ancora più delle rughe, è la prova inesorabile del tempo che passa. Della sua bellezza e della sua crudeltà.
Il suo diventare una persona, altro da te, con una propria testa. Con una propria indole. Con un proprio vivere. 
Il tempo insegna che non si può plasmare. Il tempo ti permette di imparare ad amare incondizionatamente. Anche se non è come avevi programmato. Anche se non è come pensavi che sarebbe stato. Semplicemente com'è. Adesso e qui.
Ho voluto lavorare su di me, molto nell'ultimo periodo. Perchè ho sempre avuto bisogno di controllare tutto per sentirmi in pace con me stessa. Perchè ho sempre sentito il bisogno di avere il potere sulla mia vita. E invece non è così. L'arte della pazienza, il saper accettare il tempo che passa è necessaria, è diventata un bisogno.
Si deve imparare ad amare i segni che lascia.

Il quando è un'incognita insopportabile. Ma ci si deve convincere che sarà e si vive meglio.
La mia ricerca che ha come preso una pausa, almeno da prelievi e punture, da delusioni inaspettate e speranze invane, è sempre parte di me. Anche se il tempo passa. Ed è questo che la rende più limpida,  incredibilmente più forte, enormemente più amara. 
Non si può mettere da parte. Si può solo desiderare innocentemente che il tempo rallenti. Che sospenda un pò la sua corsa. Che si compia il momento. Che arrivi. Che non si accumulino le rughe, non più di tanto. Che mio figlio non cresca troppo, da poter gioire e godere di un suo simile per casa.
Ma è il presente quello in cui tutto ha luogo.
In fin dei conti sarò sempre grata a questo mio percorso, alla mia ricerca, come mi piace chiamarla. Perchè mi ha insegnato, anche se ci è voluto tempo, che è a oggi che devo guardare. E' oggi che devo essere felice. Perchè posso esserlo oggi. Nonostante e comunque il tempo decida di farmi arrivare a domani in un lampo. 
In fondo basta cambiare la prospettiva. Basta fregarlo, come con tutti i nemici. Basta vedere domani come un nuovo oggi. E non mollare.
Sono riuscita a fermarmi per un po'. Adesso credo di avere un po' più di corazza, una consapevolezza diversa, una marcia in più, una sofferenza più consolidata, meno sconosciuta.

Adesso lo so.
So cosa vuol dire PMA.

Adesso posso anche ripartire. Riprovare. Ricrederci.
Io e il tempo non faremo mai amicizia, possiamo solo imparare a convivere.


questo post partecipa al blogstorming di Genitori Crescono


14 maggio 2013

quattro è un bel numero

Abbiamo finalmente fatto questa benedetta festa di compleanno con gli amichetti della scuola e non.
Perchè di festeggiare non finiamo mai.
Abbiamo aspettato fino a domenica scorsa perchè nei week end precedenti le previsioni erano sempre pessime e dato che l'unico modo per poter organizzare il tutto era sfruttare il parchetto dietro la scuola, il sole era l'invitato d'onore nonchè l'unico assolutamente fondamentale.
Ma ci ha fatto uno scherzetto. E' stata una festa lampo. In tutti i sensi.

Essendo il parchetto in questione quello dietro la scuola, e non quello più vicino a casa, non avevo nessuna esperienza in merito all'affluenza domenicale. Credevo di arrivare al parco e poter scegliere quale tavolino occupare, dove sistemare tutto e fare le decorazioni con i mille palloncini comprati in extremis il giorno prima. Povera illusa ma soprattutto povera pivellina.
Era tutto tremendamente occupato. Mille feste. Mille bambini. Mille compleanni.
Erano tutti organizzati. Tavoli, sedie, borse frigo, ho intravisto persino uno sdraio.
Nemmeno a Mondello il 15 di agosto ho visto tanta pianificazione.
"beh noi siamo arrivati alle otto questa mattina per occupare il tavolo" mi ha detto una delle mamme, credo la coordinatrice, di un duplice party.
"O cavolo, beh non lo sapevo, non immaginavo (ma siete tutti matti)??!!"
E così la nostra festa è diventata un compleanno pic nic, un pò sul muretto e un pò sul prato, all'ombra di grandi alberi e lontano dal caos.
Alla fine molto ma molto meglio così.
Anche perchè alle otto non sarei andata manco morta.

Così io, madre nata ieri, ho scaricato le mille scatole e borse, scacciato qualche formica e guardato male le nuvole che comparivano all'orizzonte. Il cielo era di un azzurro bellissimo. Le previsioni dicevano che sarebbe stato sole per tutti. La speranza era con me.
Dopo aver lavorato tutta la mattina a preparare panini, torte, attrezzature varie, non mi sarei fatta abbattere da nulla.
Il menù prevedeva:
paninetti di vari tipi (quelli alla Nutella sono andati a ruba, ma và?!)
tramezzini (cotto e brie - crudo e mozzarella - porchetta e gorgonzola - pomodoro e mozzarella)
pizzette di sfoglia
fragole e banane
pop corn e patatine
crostata di nutella
crostata di ricotta (God save Giallo Zafferano)
Succhi di frutta
Birrette e prosecchino per i grandi (e ci stava ve l'assicuro).
Poi all'appello c'erano un rotolo di carta per disegnare, delle bolle di sapone da giocoliere (quelle grandi, quando le ho trovate non ho saputo resistere!) e un sacco di ombrellini e cannucce colorate.
Non amo molto le bustine regalo per gli invitati, non ho nessuna voglia di fare anche quelle, preferisco sempre che si portino via un pezzo di festa. Una girandola, un palloncino, una cannuccia. Come l'amichetta di Pietro che più adoro, uno spettacolo di bambina, alta forse nemmeno un metro per i suoi cinque anni, sempre sorridente e con la battuta pronta, per niente interessata al rosa, che ha preso la sua cannuccia con orsetto e non l'ha più mollata. E' una forza della natura quella tipina. Non per niente si chiama come me ;)

Dicevo che è stata una festa lampo. In tutti i sensi. Dopo appena un'ora che eravamo tutti lì quelle simpatiche nuvole che prima erano in lontananza hanno deciso di avvicinarsi e nel giro di poco è sceso il diluvio.
Non un pò di pioggerellina. Tuoni e lampi.
E le mamme superorganizzate di cui sopra sono riuscite a raccattare tutto anche prima di me. Le ho intraviste piegare le tovaglie. Io ho buttato tutto alla rinfusa in una busta. Che ho rischiato poi anche di buttare con la spazzatura.
Però ha piovuto anche per quelle che erano lì dalle otto. Forse sotto sotto avevano fatto loro la danza della pioggia, sfinite e speranzose di tornarsene a casa.
Perchè io ero stremata dopo solo un'ora e mezza.

Ma non importa. Il nano si è divertito moltissimo. Ha sfoderato tutta la sua timidezza quando era il momento di ricevere i regali e l'ha abbandonata completamente quando si è trattato di andare a scalare la montagna fangosa proprio lì dietro, proprio fangosa.
Devo dire che anche io sto cominciando ad ambientarmi.
Ebbene sì, tadadadan, mi sto integrando con le altre mamme.
Devo ancora imparare molti nomi (quasi tutti ad essere onesta), ma sono sulla buona strada.
Il suo inserimento è durato un paio di settimane, io ci ho messo giusto qualche mese in più.
Non con tutte ovviamente, diciamo principalmente quelle i cui figli mi stanno simpatici.
Sono tremenda, lo so.






Tornati a casa, con nanetto piagnucolante perchè i tuoni proprio no, non gli garbano, e in più se gli fanno smettere la sua festa ti piacciono ancora meno, abbiamo trovato questo spettacolo:



180 gradi di arcobaleno.
La foto non rende. Ma era davvero bellissimo.
Il primo serio della sua vita.
Gliel'ho visto negli occhi.

Nonostante tutte le difficoltà, un lavoro frustrante, i desideri di pancia che non si realizzano, le corse di qua e di là, sono felice.
E mi commuovo anche solo a pensarlo.


8 maggio 2013

thank you Milano

Milano non la conosco per niente. E' sempre stata una meta di passaggio.
Magari c'era la scusa di una mostra e una volta vista risalivo in macchina e arrivederci. Magari era la pausa forzata tra un treno e l'altro a farmi fare un giretto veloce. Magari era un concertone, ma anche in quell'occasione andavo a divertirmi e me ne tornavo a casa come se non ci fosse altro.
Credo di aver visto un paio di volte la piazza del Duomo, ma ci ero capitata sicuramente per sbaglio.
Diciamo sinceramente che Milano non mi ha mai fatto molta voglia.
Lo stereotipo della città grigia l'ho sempre fatto mio.

Lunedì ci sono andata con un spirito nuovo.

Scesa dal treno sono andata a prendere la metro.
La pioggia non l'ho nemmeno vista. Ma c'era, giusto per non smentire troppo gli stereotipi.
Era l'ora di punta e mi sono lasciata andare. Ho liberato la mente, affollata da mille pensieri misti ad eccitazione per quello che mi aspettava, e ho solo osservato, con il mio spirito che sbarcato nella metropoli italiana diventa molto provincialotto.
C'era di tutto e di più, come è giusto che sia.
Uomini eleganti e donne con un tacco che io nemmeno alle grandi occasioni in notturna riuscirei a gestire. Ragazze stilosissime e altre che vorrebbero ma proprio non gli riesce (tra l'altro, ma stanno tornando prepotentemente gli anni '80 o sbaglio? No perchè ci sono cose che rimangono orrende e che era giusto aver superato, giusto così per dire). La coppia di amanti, che non riesce a resistersi e si bacia appassionatamente, per poi guardarsi furtivamente intorno per accertarsi che non ci sia l'amico del collega della moglie (ci tengo a sottolineare che parlo di baci con tanta lingua e palpeggiamenti vari, cose che chi non ha un amante difficilmente fa alle nove di mattina). Mamme con passeggini e una nonchalance che io in quel delirio non saprei avere con nano al seguito. Veli islamici ad incorniciare visi bellissimi che contengono storie. Occhi a mandorla, tanti, ma che, non so come, riescono sempre a passare inosservati. Gente attaccata a dispositivi elettronici di qualsiasi genere, purchè connessi. E questa è la gente più varia.
Poi scendi a Porta Garibaldi e il naso è per forza all'insù ai suoi nuovi grattacieli. E se provi a fermarti un attimo a guardare quelli che escono dalla metro dopo di te ti rendi conto che ci sono due categorie: quelli come te, che escono guardando in alto e un pò la bocca è aperta, e quelli abituati, i locali. Questi di lì ci passano sempre e magari raramente per piacere, il loro sguardo è dritto per individuare la miglior traiettoria tra la folla per sgattaiolare fuori oppure al massimo è ancora tutto per quell'aggeggio tecnologico a cui erano già incollati nel mondo sotterraneo.
Ti ritrovi a una specie di colazione di lavoro, con uno di quei milanesi molto di Milano, in un bar che propone un ambiente e una colonna sonora degna delle notti folli dell'Hollywood. Uno style che io non sono in grado di cogliere. Scusate, sono le nove e trenta del mattino.
E poi è arrivato un ufficio più serio e più persone.
Di fronte all'ufficio un parchetto per bambini pieno di verde e ti stupisci, caspita, ma gli alberi crescono anche a Milano!
E in quest'ufficio pieno di quadri alle pareti è arrivato il bello.
Non è che l'ho vista molto Milano, probabilmente meno di altre volte. Però l'ho guardata diversamente.

Ho portato un' idea, un progetto.
E' piaciuto. Perchè valido.
Ora si parla seriamente di studiarne la fattibilità.
Work in progress. 
Dovrò trovare il tempo, probabilmente inventarmelo per sviluppare il tutto e farlo diventare concreto, ma l'energia c'è.

Thank you Milano.

La prossima volta (se ce la faccio, modalità finger crossed) è per il Mammacheblog Social Family Day...
Ho una voglia matta di collegare parole lette e amate a occhi e sorrisi!