29 luglio 2013

perle di futura saggezza

Perchè sono i grandi che rovinano tutto. I bambini sono esseri puri.
Magari rompiballe ma puri.
Il razzismo l'hanno inventato i grandi, per mettere a tacere le loro paranoie. Per sentirsi migliori quando non ce n'è proprio motivo. Per scaricare sull'altro le proprie frustrazioni. Per generalizzare, perchè è più facile.
Perchè a mio figlio non è mai venuto in mente di chiedermi perchè quel bambino ha la pelle nera. Come non mi ha mai chiesto perchè quella bambina ha i capelli biondi.
Per carità, mi chiede in continuazione perchè le montagne si chiamano montagne, o perchè le macchine non volano, o perchè Nina è un gatto, ma non mi ha mai chiesto perchè ci sono persone di un altro colore o con un accento diverso.
Perchè per lui non è una cosa importante. E' una cosa naturale.
Perchè davvero non è importante. Perchè davvero è naturale.
Perchè non cambia nulla come siamo fatti fuori.
Ieri guardavamo i mondiali di tuffi. (che è sempre, sempre, sempre un gran bel vedere).
E così gli introducevo ogni atleta con un "ecco, lui è inglese, come Peter Pan" oppure "Lui è cinese, vedi, ha gli occhi a mandorla". Per poi voler fare una precisazione, perchè anche se sembriamo diversi siamo tutti uguali. E volevo dare più forza a tutto ciò con il mio credo: "meno male che siamo tutti diversi. Il bello è proprio qui."

"e si mamma, sembriamo tutti diversi solo perchè sennò come facciamo a riconoscerci?"

E' anche per questo che vorrei rimanessi sempre bambino.
I grandi non hanno capito niente.

leggete qui, è grazie a lei che mi sono ricordata questa perla che era già finita nel dimenticatoio dopo nemmeno 24 ore. Ma si sa, la mia memoria è un pò arrugginita.

26 luglio 2013

il post più ovvio che potessi scrivere

In fondo sono giovane. Cioè voglio dire ancora abbastanza giovane.
Mi spiego. Fino a qualche anno fa, il tempo passato era ancora relativamente poco. Quindi i ricordi erano tutti vicini. E poi non stavo tanto a guardare il tempo che scorreva, non era ancora un nemico. Il tempo passava e basta, spesso non me ne accorgevo.
Ma con un figlio no. Il tempo che passa si vede tutti i giorni. Perchè da un giorno all'altro si allaccia i sandaletti da solo oppure sembra già entrato nella preadolescenza quando ti guarda e con tono simpatico ti dice "stai zitta, non hai capito niente".
Ma che un figlio che cresce sia il ritratto del tempo che passa è la più grande ovvietà.
Ci pensavo l'altro giorno. Mentre ero in piscina con il nano e altri mille nani. Circondata.
Ripensavo al Redentore. La mia prima volta che ci sono stata è stata sempre in barca, ormai almeno dieci anni fa, credo, forse anche più. Non sono brava a ricordarmi l'ordine esatto degli avvenimenti. Proprio perchè non ci facevo caso. Il tempo trascorreva senza che stessi lì a rifletterci, non fermavo nulla con le mie foto perchè non sapevo ancora mi piacesse farlo, la filosofia era passa pure che m'importa?!
Come era diversa la mia vita allora. Altra ovvietà che più ovvia non si può.
Semplicemente adatta e giusta per quell'epoca.
Quella volta non era una barca a vela ordinata e organizzata ma una peschereccio, con un sacco di baldi giovani a bordo, un fidanzato dj, la musica alta, fiumi di birra e sigarette truccate, ore di sonno alle spalle perchè probabilmente ero andata a letto molto tardi ma di sicuro non mi ero alzata prima di mezzogiorno e un secchio per fare la pipì, uno solo per tutti. Una cosa truce.
Penso alla me di allora. A quella me che non ci pensava a come sarebbe stato il giorno dopo. Alla me che viveva un pò così. Con aveva quel fidanzato con cui oggi non sarebbe stato possibile tutto quello che c'è. Gli volevo bene, mi divertivo molto con lui, lo sapevo che non era lui. Ma andava bene così. E la musica. Quanta musica che ascoltavo. Ballavo sempre. Ero sempre in pista. Anche se la pista era la cucina di casa o un peschereccio sporco e affollato. Tenevo sempre il tempo dovunque ci fosse, anche se in lontananza, un ritmo.
Vivevo da sola, con coinquilini vari, avevo tanti amici ma una sola Amica, bevevo parecchi spritz e facevo tardi. Anche se non c'era niente da fare io facevo tardi. Ero una notturna. Studiavo in aula studio. Alcuni giorni moltissimo. Altri per niente. Passavo un intero pomeriggio seduta al bar, ordinando un solo caffè e chiacchieravo senza sosta per ore. Ma cosa avevamo sempre da dirci? Adesso capita che non veda le mie amiche per giorni e quando ci ritroviamo a volte in due minuti ho esaurito gli argomenti.
Adesso dipingo sassi e gioco a calcio scalza nei prati.
Però posso dirlo? Non ce la farei più a fare quella vita. Se mi fermo a pensarci non mi manca molto. Qualche volta sì, ma sono umana.
E lo dico il giorno dopo una festa di nani che è durata dalle quattro di pomeriggio alle undici di sera.
O il sole mi ha dato alla testa o semplicemente e giustamente non ho più l'età.
C'è un tempo per ogni cosa.
E non potrei più immaginare la mia vita senza di lui.
Ovvio.








23 luglio 2013

Leggere è sognare per mano altrui. (Pessoa)

E un pò di tempo che leggo poco. E come tutte le volte che succede mi manca. Ma comunque non leggo. Sarà che il libro sul comodino lascia un pò a desiderare. Sarà che fa caldo e per quanto io abbia promesso di non lamentarmi fa caldo. Sarà che sto oziando alla grande. Per essere più precisi cazzeggio tantissimo. E' più facile accendere la tv quando la serata volge al termine che aprire un libro. Poi leggo  quando vado a letto. E puntualmente crollo tra le braccia di Morfeo appena tocco il cuscino.
E non è perchè non ho tempo. Ho poco tempo sì, ma il tempo per leggere si trova sempre se si vuole.
Sarà anche tutta questa cosa del blog. Perchè un lato negativo tutto questo ce l'ha. Perchè le persone a cui mi sono affezionata in questi mesi rubano molto spazio ai libri. Mi piace pensare che sia solo un'altro modo di leggere ed emozionarsi. Ed imparare. Ed immedesimarsi.
Ma la pila di libri da leggere aumenta.
Leggere mi fa stare bene. Mi fa sentire migliore. E' un pò come quando da ragazzina studiavi una cosa che ti piaceva e ti sentivi a posto con la coscienza. Quando leggo so che mi sto facendo del bene.
Mi piace passare il tempo con Lui leggendo. Come cosa di coppia è molto piacevole.
Leggere mi rilassa. Mi fa dormire meglio perchè ho qualche spunto per sognare in più. Leggere mi aiuta a pensare. Mi serve a trovare il senso in un mucchio di parole. Mi stimola. Mi carica.
Mi piaccio di più quando leggo.
Ho letto due libri negli ultimi quattro mesi. Davvero poco per me. Per una che ha la fortuna di avere un padre libraio e una madre lettrice accanita e grande dispensatrice di buoni consigli.
Mi sto dando al cazzeggio puro.
A volte ci sta.

E come quando si rompe qualcosa io ho come bisogno di un momento speciale per riconciliarmi.
Anche quando litigo è così. Dopo mi piace fare un brindisi o una cosa diversa dal solito per festeggiare il ricongiungimento.
E così ero convinta che un week end in barca con poco da fare se non rilassarsi sarebbe stato il giusto modo di celebrare il mio ritorno alla lettura.
Con un libro che mi ispira (questo qui), leggero ma solo in apparenza.
Però non avevo calcolato una piccola cosa.
Mio figlio.
E il resto del gruppo.
E una barca a vela, che per quanto grande è piccola.
Per cui ho passato un week end a fare tuffi in un mare non proprio limpidissimo, a mangiare insalata di riso donando gentilmente tutti i pezzetti di wurstel, risolvendo liti tra nani rinchiusi per più di 24 ore in 6 metri quadrati, partite a carte (carte da nani), consolando lacrime e giocando ai capitani-pirati alla scoperta del mondo. Siamo stati al Polo Sud, al Polo Nord, a Palermo, in Sardegna, al paese dei dinosauri e in Africa. Ci sono stati i fuochi d'artificio a mezzanotte, i famosi fuochi della festa del Redentore, che visti dal mare sono uno spettacolo per cui vale la pena sacrificare le ore serali a tenere svegli un paio di nani che si sono puntualmente addormentati a metà dello show.
Mio figlio fa il tuffo a gambe incrociate migliore del mondo. Solo per la cronaca. 'core de mamma.
E poi soprattutto Venezia. La laguna. L'isola di Pellestrina.
Mi sono anche riappacificata con il mondo. Soprattutto con il mio mondo.
Perchè se da una parte ci siamo noi che a fine mese arriviamo appena, dall'altra c'è quel mondo che mi sembrerebbe più facile, perchè più ricco. Ricco in senso materiale. Però l'unico esempio di vita da veri ricchi con cui sono in contatto non mi fa molta invidia. Perchè è proprio vero che chi ha il pane non ha i denti. Perchè non basta avere una barca a vela. Perchè è proprio vero, si può essere profondamente insoddisfatti e vivere male anche se ci sono tutte le condizioni materiali a cui il resto delle persone normali ambiscono. A volte avere tutto non vuol dire niente.
Vale per grandi e piccoli.

(detto questo mi è piaciuto molto andare in barca a vela, quindi se a qualcuno ne avanzasse una e volesse regalarmela accetterei volentieri).

Bilancio del week end:
Pagine lette: 11. Non di seguito. Devo trovare un' altra grande occasione per il mio ritorno nel mondo dei lettori.
Sonno 0. Comodo dormire in barca. In tre in una piazza neanche e mezzo. E svegliarsi alle quattro in una tempesta di vento.
Divertimento assoluto. Per davvero.
Rilassamento pure. Perchè nonostante tutto ero in mezzo al mare. E quando di fronte a me c'è il mare tutto mi sembra più leggero.
E quando mi sono alzata nel cuore della notte e l'aria era fresca, forte, convinta mi sono sentita benissimo. Uscire così, nel vento, in mutande, anche se ti sei svegliata un pò bruscamente è stato bellissimo.
Una di quelle cose da ricordare assolutamente.



























16 luglio 2013

sei cose e qualche foto.

Ho il blocco. Il famigerato blocco della blogger.
Eppure ne abbiamo fatte di cose.
Siccome continuo a dirmi poi scrivo e racconto ma il tempo passa faccio un elenco. Un'accozzaglia di cose viste e pensate.
Giusto per non dimenticare. E' o non è un diario?!

1.
NOI DUE:
Abbiamo accompagnato il nano in vacanza. Poverino, come ogni anno si è fatto due settimane in Liguria. E come si sapeva è tornato abbronzatissimo e viziato. E' l'effetto mare+nonni.
Con l'occasione ci siamo anche goduti un matrimonio al mare. Nella bellissima Noli. Giusto un giorno per rigenerare i pensieri.
I grandi, tornati nella pianura padana per lavorare, se la sono spassata per due settimane a giocare alla coppietta. Niente figlio. Niente storie da raccontare. Niente pecchè?. Niente capricci. Niente manine paffute. Niente perle di futura saggezza.
Per quanto si ami il proprio bambino fa bene. Io lo credo. L'indipendenza di tutti fa bene. Ai grandi e ai piccoli. E' un modo per sentire la mancanza. E' un modo per realizzare quanto amore c'è.
E' un modo per poter fare tardi la sera, per poter decidere di fare un aperitivo all'ultimo momento, per godersi una cena al ristorante o del buon sesso mattutino.
Una volta all'anno ci sta.
Peccato che da qualche giorno, non appena il nano è tornato non ci parliamo più. E' uno dei nostri periodi, il nano non c'entra nulla. Peccato non ci abbia visti così innamorati come nei giorni scorsi. Però a noi succede. Non spesso ma succede. Ci sono periodi in cui non ci sopportiamo. Ma proprio non possiamo vederci. Basta una scintilla. Un tono sbagliato nel momento sbagliato e scatta il periodo. Quando si torna alla normalità non ci ricordiamo nemmeno perchè abbiamo cominciato. Però per giorni ci stiamo proprio sulle balle. Non so l'amore dove vada in questi momenti, sta di fatto che anche i sentimenti ogni tanto forse hanno bisogno di un pò di vacanza e indipendenza.
Riesce proprio a farmi diventare furiosa. A essere cattivo. E io a essere una stronza.
Siamo una bella coppia.
(non capita solo a noi vero?????)











2.
IL LAVORO.
Un giorno mi sono ritrovata ad un appuntamento di lavoro, in uno splendido hotel a bordo piscina, e parlando di gestione del cliente  ho avuto un'illuminazione: non me ne importa nulla.
E' stata come una liberazione, anche se non proprio positiva. Non posso impormi di amare questo lavoro.
Devo cambiare.
Il mio piano A, per cui ero anche stata a Milano, non ha funzionato. Sempre tutti entusiasti, poi quando c'è da cacciare la grana si dileguano.
Peccato. Ci speravo, ci sono stata male, mi è passata.
Devo trovarmi un piano B. (si accettano ovviamente consigli o offerte di lavoro molto allettanti).
Passo parecchio tempo a chiedermi cosa potrei fare.
E' una delle cause di questa crisi. Se ci fosse lavoro, se ci fossero le possibilità io mi sarei messa in gioco. L'ho detto tante volte. Avrei anche rinunciato al mio lavoro a tempo indeterminato per sperimentarmi in altro. Avrei anche provato a buttarmi in nuove esperienze se avessi saputo che non rischiavo di rimanere disoccupata. Perchè con un figlio non è che puoi proprio saltare nel buio in continuazione.
Voglio la botte piena e la moglie ubriaca? Può essere. Ma un mercato del lavoro che c'è, dove cambiare e testarsi in nuove situazioni, dovrebbe essere la base.

3.
GLI AMICI
Abbiamo visto qualche amico/a in libertà, ma è sempre più complicato organizzarsi.
Che palle essere adulti. Per due settimane che potevo non esserlo troppo gli altri continuavano. Perchè non è più come una volta, uscivi senza tanti programmi e incontravi gli amici. Ci si trovava semplicemente in giro. Si era sempre insieme. Si studiava insieme. Si cazzeggiava insieme. Si prendeva un caffè senza pianificarlo con anticipo. Non c'erano giorni senza amici.
Da un pò di anni a questa parte siamo diventati grandi.
E comincio a credere che Peter Pan non avesse tutti i torti.

4.
IL RITORNO DEL NANO
Per festeggiare la famiglia riunita siamo stati a Monza alla mostra Dinosauri.
Carina. Potevano fare molto meglio, ma non è il mio giudizio quello che conta. Il nano avrà ingoiato almeno cinque o sei mosche stando a bocca aperta davanti ad un tirannosauro di dimensioni reali.
Poi ha tolto lo sguardo e mi ha detto: lo sai mamma che è un mio amico?. Lo chiamiamo meccanismo di difesa?!
Quello che c'è è che il parco della villa Reale di Monza è davvero bello. Verde a perdita d'occhio, alberi, qualche fiore assolutamente spontaneo e nessuna macchina. Sembrava il primo sabato dei saldi in centro ma comunque piacevole.
Un giro in bici non si può negare.









5.
HOME SWEET HOME
Questa che sarà l' ultima estate nella casa che ha ospitato il nostro caos per cinque anni.
La prima casa di noi tre. La casa presa perchè sarebbe arrivato lui.
Gli ultimi soli in terrazza, le ultime cene vista Specola, gli ultimi sguardi da topo di città.
E quindi da brava malinconica sono malinconica.
Da gennaio ci sposteremo fuori. Prima in un micro appartamento (quasi monolocale sotto casa dei miei suoceri, non chiedetemi come farò) e poi se tutto va come deve andare nella casa che dovremmo iniziare a costruire. Non abbiamo ancora comprato ma abbiamo in mano un preliminare. E un progetto. E se la burocrazia fa il suo dovere diventeremo una famiglia di periferia con il giardino. E pianterò pomodori, carote e zucchine. Prometto che continuerò a sfatare il mito della famiglia del Mulino Bianco, non sarà un giardino a cambiare il caos delle cose.
Non ho mai vissuto fuori da un centro città. E' lui quello campagnolo. Ma il desiderio è anche mio. Forse quando sarò nella nebbia, quando dovrò dire di no ad un aperitivo in piazza di un'ora perchè ci metterei di più ad andare e tornare, forse quando la mia vista non sarà più sulle meraviglie della mia città me ne pentirò amaramente.
Per ora sono stufa del traffico. Del non trovare parcheggio. Delle piante che muoiono in vaso. Del nano che gioca a pallone in salotto.
Mi mancherà lo spettacolo dei tetti. Quello sì, tantissimo.
E allora cerco di assaporarlo al massimo. Di guardarlo il più possibile.
Per poter ricordarmelo come si deve quando sarò spersa nella nebbia.







6.
NINA
E poi c'è lei. La regina indiscussa della casa. Dopo il re, quello piccolo. 
Una palla di pelo simpatica ma anche una gran rompiscatole. Non ti molla un secondo. O la coccoli o giochi. Ma i gatti non erano animali indipendenti?! Se fa le fusa si spalma letteralmente su di te. E' una via di mezzo tra una scimmia e un pappagallo. Spesso si posiziona proprio sulla spalla. E sta lì. Se ti fai la doccia vuole entrare con te. Se cucini ti si mette in mezzo alle gambe. Se osi dormire un minuto di più comincia a miagolare davanti alla porta della camera come se non mangiasse da una settimana.
Lei è sempre lì. Proprio dove sei tu. Proprio in mezzo. O al massimo addosso.
E poi ci sono #ninaenano. Separati per due settimane si sono ritrovati subito. Lui la nutre di pizza e lei si fa fare tutto quello che vuole lui. 
Due pesti. 
Non credo potessimo far loro regalo migliore.







Anche se ho scritto il blocco rimane. Un pò di apatia. 
Ho bisogno di un piano B e di un pò di vacanza, tutti e tre.