28 maggio 2014

La nostalgia è rendersi conto che le cose non erano insopportabili come sembravano allora. (cit)


La prima volta che fai l'amore non sai come sarà, ti sei preparata, ci hai pensato tanto, per non parlare delle aspettative, e poi quello che si prova, nel bene e nel male, non è mai come lo si era programmato.
La prima volta che capisci che è lui quello giusto la realizzi quando la stai vivendo. Non la programmi.
La prima volta che guardi tuo figlio non sarà mai come te lo eri immaginato. Sarà di più.
La vita ha la capacità di regalarci prime volte anche quando pensiamo ormai di averle viste se non tutte almeno tante, quando pensiamo di aver passato certe fasi, quando pensiamo che ormai sappiamo com'è.
E invece.
Invece succede che per la prima volta parti senza di Lui. Quello Grande.
Perchè siamo capaci di stare lontani, capita spesso, e a volte ci vuole proprio. Ma i viaggi no.
Quando si tratta di partire, nel senso più bello che c'è, lui ed io siamo sempre stati insieme.
Perchè quando mi riempio gli occhi di bellezze, quando scopro, osservo, mi perdo, attraverso, guardo il nuovo, lui c'è sempre stato.
Viaggiare è una cosa che faccio con lui. Magari si lascia a casa quello piccolo, ma mai lui.

18 maggio 2014

Non si nasce donne: si diventa. (cit)

Andare al #mammacheblog è fondamentalmente uno spasso.
Lo è stato anche lo scorso anno.
Mi godo le varie matte e non che amo leggere, dormo da sola tra le briciole di patatine sgranocchiate in mutande sul letto, abbraccio (anche se mai tanto come Laura che vince pure i premi) ed è tutto un twittamento. Mi commuovo di fronte a Mario e ringrazio la sua splendida mamma, Francesca Fedeli e il suo #fightthestroke, perché non si smette mai di imparare da donne così.
Mi sono innamorata ancora una volta di Wondy e ammiro la sua logica ineccepibile, il suo diffondere il bisogno di indossare occhiali nuovi per guardare la vita, il suo paragonare il tumore ad un figlio perchè ti fa cambiare la prospettiva.
Io è di fronte a persone così, e al mammacheblog di donne piene di progetti e anime grandi ce ne sono tante, che mi sento molto normale, passatemi il termine.

15 maggio 2014

Roma non è Londra



Aggiungerei al titolo, per fortuna. Oppure purtroppo.
O ancora e te credo.
Dipende da che parte si guarda.
Tornata da Londra scrivevo questo.

13 maggio 2014

Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare.


Sto facendo pace con me stessa. Nonostante sappia, razionalmente, che non è stata colpa mia, che non ne potevo nulla, che era così. C'è chi lo chiama destino, c'è chi lo chiama semplicemente vita, chi come me un pò e un pò, dipende dai giorni.
Eppure questi tre anni di ricerca il segno lo hanno lasciato.
Anche se il solco più grande lo ha lasciato la perdita di quello che si era finalmente trovato. 
In ordine cronologico:
Sono stata una ragazza fertile e sicuramente colta di sorpresa.
Sono stata una donna, una mamma consapevole che ha cercato. Cercato e cercato.
Mi sono sentita incapace, sbagliata, brutta, stanca, speranzosa, illusa, ingrata, disillusa, impotente, prepotente, piccola e fragile.
Sono stata felice. Avevo cercato e trovato. Poi sono morta dentro, come il mio bambino.
Mi sono rialzata. Per forza. Su gambe molto traballanti.
Mi sono sentita più imperfetta del solito, sfortunata, bruttissima, arresa e soprattutto arrabbiata.
E adesso sembro una normalissima donna fertile.
Mi sento bene, bella, spaventata, fiduciosa. 
E non ci capisco più nulla.
Sembra troppo facile, tanto quanto prima sembrava difficile.

10 maggio 2014

la bellezza delle cose fragili


C'è una cosa davvero bella di questa mia gravidanza: il tempo. Non quello che sembrava non passare mai. Quello nuovo.
Sono sempre stata una paladina del lavoro per le donne incinte, perchè la gravidanza non è una malattia, avrei dato chissà che cosa per lavorare quando ero incinta di Pietro, ma non l'assume nessuno una con la panza, ho difeso la ministra divenuta tale all'ottavo mese e anzi trovo non ci fosse nessun miglior esempio di quello. Per le aziende che danno lavoro, per le donne che lavorano. 
Ho sempre creduto che il giorno che sarebbe nuovamente toccato a me avrei continuato ad essere presente in ufficio fino all'esplosione. Così era a settembre. Ero felice, incinta e al lavoro. Poi sappiamo com'è andata.
Questa volta è tutto diverso. Sarà stato il precedente fattaccio, a cui si è aggiunto il riposo forzato di un mese a letto per colpa di quel distacco, e la ginecologa mi ha consigliato vivamente di starmene a casa. 
Riposo è la parola d'ordine, mi ha detto.
Prenditi cura di te. 

9 maggio 2014

Letti di #aprile


Oggi, come lo scorso anno e quello precedente, vorrei essere a Torino al Salone del Libro e invece ciccia.
Lui Grande direbbe che non si può fare tutto. Io mi lamento semplicemente.
In realtà non ne ho nessun diritto. Ultimamente, da quando io e panza stiamo bene non è che riesca molto a stare ferma. E non ho nessuna intenzione di farlo. La scorsa settimana Roma, il prossimo week end Milano (ci vediamo al MammaCheBlog vero?!), e forse poi una settimana in Corsica fuori stagione non ce la toglie nessuno. Mi riposo come richiesto/imposto ma non troppo insomma. In pratica me la godo. Con quella sensazione tipica di chi sa che di qui a poco sarà tutto un casino...