9 gennaio 2017

La maternità è come il bob.


Ho chiuso l'anno con un post, uno dei pochi dello scorso anno, in cui mi sono sfogata. Ho buttato fuori in poche parole tutta la stanchezza accumulata in un 2016 che non è stato per niente così male come potrei averlo fatto sembrare, ma che è stato indubbiamente molto faticoso.
Ho lavorato tanto, ho pensato poco a me, non per negligenza ma per effettiva mancanza di tempo, ho litigato con il Lui grande troppo e troppo a lungo, dimenticando quanto c'è, mettendo da parte quel noi così importante per tenere in piedi il tutto, così importante per me, quando per me intendo io e solo io, la donna che sono indipendentemente dai figli e dal resto. Ho sofferto la quotidianità con due figli, spesso scontrosi e tutt'altro che facili,, un lavoro impegnativo e poco remunerato, le notti insonni che poi sono diventate notti di sonno ma che non si capisce come non  abbiano cancellato la stanchezza. Ho sofferto la mancanza degli amici, perchè siamo sempre tutti sulla stessa barca e alla fine ci si vede sempre meno. Ho sofferto di sofferenze altrui per riflesso. Ho riflettuto troppo poco su quello che ho, che è esattamente quello che ho sempre voluto. Ho sofferto la mancanza di un obiettivo. Perchè prima avevo quello di un secondo figlio, poi quello della casa nuova e di colpo mi sono ritrovata con tutto e nulla più da desiderare.
Detto questo ho preso atto dei miei buoni propositi e voglio impegnarmi, ancora. Perchè se va di moda non farli più io invece ho bisogno della mia lista concreta per ripartire.
Di ritorno da una settimana sulla neve con pargoli e marito- detta anche vacanza - ho capito una cosa molto semplice, che ho sempre saputo ma mai ripetuto come un mantra: la maternità è come il bob.