1 agosto 2017

E' sempre così, ogni anno per due settimane.


E' sempre così, ogni anno per due settimane.
Quella libertà data dalla mancanza di qualcosa di bellissimo ma che trasforma tutto il resto in uno sfondo. Quel brivido che solo l'essere soli sa dare, senza nulla a cui badare, con un fardello di responsabilità ridotto all'essenziale, con un tempo da riempire anche con il nulla.
E' sempre così, ogni anno per due settimane. Da sette anni.
Due settimane senza figli, il solito lavoro ma poi una fuori dall'ufficio la libertà totale d'azione.
Le birre in compagnia, le cene sul divano, il sesso quando ti pare, Lui tutto per me, il silenzio, la musica che dico io, il frigo vuoto, il cosa facciamo? boh usciamo e vediamo, le grigliate, il sonnellino, le danze scatenate, i concerti abbracciati, un'intera serie vista tutta d'un fiato senza nessuna cognizione temporale, l'orologio che serve poco, i cocktail, le amiche, quelle farfalle nello stomaco che fanno così ragazzina, quelle docce eterne e quelle domenicali a due, tutto quel piccante, messo su ogni piatto, i vestiti corti e le borsette piccole, dormire fino a tardi, prometterselo e riuscirci, fare colazione e tornare a letto, gli amici senza figli e le risate stupide, fino alle lacrime, quelli che arrivano a fine serata ma forse per loro è solo l'inizio, il sole che va giù e tutto diventa rosa, tu che ti dimentichi guidando di essere sola e dici a voce alta guardate che bello, non fare niente e non farlo per tutto il giorno, ballare di nuovo, cantare a squarciagola la canzone che ascolta sempre tuo figlio che tu critichi tanto e scoprire che la sai a memoria, di nuovo non avere voglia di fare nulla e poterlo fare, ah il lusso della pigrizia, un'altra birretta poi basta, ehi ciao, da quanto tempo, io sto bene e sapere che è la verità, l'amica del cuore, le lucine appese agli alberi e i mirtilli, il cielo caldo, la pioggia improvvisa, i programmi per l'estate prossima con la banda di amici che tanto non si faranno mai, Venezia su e giù, lo spritz, le polpettine, la città vuota e i bar pieni, il sentirsi viva, il sapere che è divertente perchè non è quotidiano, il tempo che passa sul volto degli altri e quindi anche sul tuo ma che non importa.
I miei figli non mi sono mancati poi così tanto. Non credo di essere così pessima ad ammetterlo, del resto quando ci vuole ci vuole.
Poi mi sono svegliata ieri mattina, sono salita su un treno e sono andata a riprendermeli.
Felice.